La bozza del Dpcm smentisce le Regioni e rinvia al 15 luglio la riapertura dei congressi

Rinvio per l’apertura dei congressi e delle fiere: è quello che si legge nella bozza del Dpcm che rinvia di un mese la ripartenza, che sembrava invece poter avvenire già lunedì prossimo.

Nella prima stesura del decreto che sarà valido a partire dal 15 giugno si legge infatti che “restano sospese sino al 14 luglio 2020 le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimiliati, all’aperto e al chiuso, le fiere e i congressi”. 

Se si conferma questa versione del provvedimento, è plausibile dunque pensare che si possano considerare confermati gli eventi almeno nella seconda metà dell’anno.

Per ora dunque, la bozza smentisce quella che era stata la notizia diffusa dopo l’approvazione delle linee guida per le riaperture della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, che era arrivata martedì 9 giugno. Tra le riaperture, come è noto, c’erano anche le attività congressuali e i grandi eventi fieristici. 

Tra gli stop anche quello per i viaggi all’estero che restano vietati fino al 30 giugno “da e per Stato e territori diversi da Unione Europea e Gran Bretagna, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”.

Infine, anche per le attività consentite dal 15 giugno, come cinema e teatri, “svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno 1 metro sia per il personale, sia per gli spettarori che non siano abtualmente conviventi con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala” vale la regola che ripartano “a condizione che le Regioni e le province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle attività con l’andamento della situazione epidiemologica”.